giovedì 5 novembre 2009

appunti per una scrittura morale

La scrittura morale è una scrittura che, prima di tutto, si interessa profondamente ai costumi dei suoi personaggi, ai loro usi, ai loro comportamenti, dandosi l’obbiettivo di descriverli e di illustrarne gli effetti.

La scrittura morale non si pone il problema di giudicare cosa è bene o male nei costumi dei suoi personaggi, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Convinta che la scelta morale attenga alla sfera della coscienza individuale, rispetta il comportamento del personaggio e non esprime una valutazione su di esso.

La scrittura morale non ignora le categorie del bene e del male. Sa che la predilezione per un certo argomento o per determinati personaggi è essa stessa frutto di una scelta morale, prerogativa dell’autore. È anche pienamente consapevole del suo essere strumento etico nei confronti del pubblico, presso il quale veicola storia e personaggi. Limita però il più possibile la portata di questi fattori, con due obbiettivi. Lasciare ai personaggi la libertà di muoversi a piacimento sulla pagina, scegliendo di pensare, dire e fare ciò che sembra loro più giusto. E lasciare al lettore la più ampia libertà di giudicare il comportamento dei personaggi, secondo i propri criteri.

La scrittura morale “sta” letteralmente sulla spalla dei personaggi, per seguirne l’azione. Limita le incursioni nel loro cuore e nella loro mente per limitare l’influenza che su di essi gioca l’autore. E descrive con agio l’ambiente in cui i personaggi agiscono. Scopo di questi criteri è portare la realtà ad emersione, con forza e chiarezza di dettaglio. Per tutto ciò la scrittura morale è una scrittura neutrale, ma non neutra e non semplicemente documentaria.

La scrittura morale ha come obbiettivo finale costringere il lettore a riflettere sui problemi relativi alla condotta dell’uomo e del suo mondo. Senza porgergli un’interpretazione preconfezionata di ciò che ha letto. Ed evitando di suggerirgli valori e metro di giudizio, inevitabilmente dell’autore e non suoi. Il lettore è dunque il protagonista ultimo e più importante della scrittura morale.

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