giovedì 12 maggio 2011

Un nuovo libro della nostra piccola società di scrittori



Stimolati da un editore con il quale non avevamo mai pubblicato (la San Paolo), siamo andati a scovare una storia curiosa a proposito dei Centocinquant'anni dalla nascita dell'Italia unita.
Conquistata, con la famosa breccia di Porta Pia, la città di Roma per farne la propria capitale, lo Stato italiano deve trasferirvi i suoi ministeri. Uno di questi - i Lavori Pubblici - dovrebbe finire nel palazzo espropriato di una contessa romana di antichissima nobiltà.
La giovane donna si oppone al sopruso e non ci sono argomenti patriottici (per quale Italia, non ancora sentita come casa comune?) o morali che tengano. E poi la contessa tiene ancora al "Papa re", da poco costretto alla prigionia in Vaticano...
Il breve romanzo conduce il lettore a conoscere, con ironia e sentimento, il clima di quei giorni e le grandi questioni che ancora ci inquietano: siamo italiani? E che vuol dire veramente?

Una lettura che suscita il sorriso e il pensiero. Una storia vera che insegna e diverte. A noi è piaciuto molto raccontarla.