lunedì 31 gennaio 2011

Piccolo decalogo sulla non violenza


Di recente e per svariati motivi mi sono interessato al tema della non violenza. L’occasione mi ha dato lo spunto per chiedermi cosa faccio io per diffondere il metodo non violento nei rapporti sociali, a partire naturalmente dalla mia stessa vita. Ecco dunque nascere questo piccolo decalogo molto personale, fatto di propositi più che di comandamenti e sui quali è quasi superfluo sottolineare un fatto: nonostante la mia buona volontà, è difficile che io riesca a metterli in pratica tutti e integralmente. Al limite, qualcuno e non per sempre. Eppure, tenerli a mente mi aiuta a sperare che sia possibile anche per me, un giorno, accorciare la grande distanza che separa la teoria dalla realtà della vita. Ecco il decalogo.


1. Tengo ben presente che la non violenza è prima di tutto utile: vedo infatti che praticandola ne guadagno in benessere materiale e spirituale.


2. Lascio sempre che l’altro parli per primo e ci penso su due, tre, cento volte prima di rimbeccarlo. Questa, a dire il vero, è buona educazione e precede la non violenza.


3. Non penso e non dico che la mia opinione è la verità. E non lo credo perché ho abbastanza autoironia da sapere che il mondo è andato avanti bene senza di me per millenni ed egualmente potrà fare in futuro.


4. Rispetto sempre ciò che dice la mia gente, anche quando dice cose che a me sembrano vecchie, stupide o inutili. Forse lo sono, forse no. Spesso non lo sono.


5. Credo a quello che mi dicono o mi mostrano solo dopo averlo verificato, per quanto possibile, di persona. Perché la forza suadente delle parole e delle immagini esige da me una critica obiettiva, ferma e puntuale.


6. Dico sempre quello che penso. Non affermo che la sincerità è immune da effetti negativi, ma che essa produce meno danni e meno violenza del silenzio, della reticenza, dell’ipocrisia.


7. Non mi comprometto per guadagnare più di quel che mi serve per vivere. Ho sperimentato che desiderare troppi soldi, potere, visibilità significa imboccare la via più veloce per trasformarsi in individui violenti.


8. Non dimentico i miei errori e cerco di non ripeterli. Spero che chi mi conosce e sa dei miei errori sia disposto a darmi comunque credito, perché se nessuno mi offre una seconda chance e io non la offro agli altri sono finito.


9. Difendo la vita, perché ogni vita è essenziale all’equilibrio del mondo, e non dimentico mai la parte non umana che è in me. Gentilezza e dolcezza sono dovuti a uomini, donne e bambini. Altrettanto meritano piante e animali, la terra e ogni altro elemento della natura.


10. E davanti a un gesto violento? Questa è davvero la cosa più difficile. Io provo a resistere, a non replicare con altrettanta violenza, ad aggirare l’ostacolo. Ma è complicato, quasi impossibile. Tanto da spingermi a sperare che la vita mi riservi queste occasioni il meno frequentemente possibile. Qui confesso che ho solo da imparare.


(postato da maurizio)

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