lunedì 10 gennaio 2011
Dio esiste? (24)
M: Voglio certamente provare ancora nella mia vita il senso di comunione con il mondo goduto a quel tempo. Ma non voglio arrivarci attraverso le pratiche di preghiera e meditazione e la ricerca di un punto di riferimento esterno (Dio) che allora mediarono quella esperienza. Voglio arrivarci attraverso una pratica quotidiana, che potrei definire ascetica, di perfezionamento di me stesso. Proprio il "me stesso" di cui parlavo nel post precedente. In tal senso intendo che io sono Dio e in tal senso mi reputo indifferente a un altro Dio. Con tutto il rispetto per chi crede in un Dio diverso da se stesso.
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autotrascendenza si chiama, mentre dio è considerato un essere trascendente, e per me sono due cose totalmente differenti.
RispondiElimina'domia
chiamala pure autotrascendenza, se vuoi. ma attenzione alle etichette, che io trovo limitanti. non chiamerei ciò di cui parlo "autotrascendenza", "Dio", "me stesso" o altro. è semplicemente la mia esperienza. dopo di che le etichette sono necessarie per comunicare, e qui mi mordo la coda...
RispondiEliminale etichette sono necessarie per fare dei distinguo, senza distinguo si rischia di fare di tutte l'erbe un fascio
RispondiEliminane è l'esempio di "dio" che io non concepisco, ma se voi entrambi vi riferite a dio significando cose diverse ma con una etichetta univoca finisco l'intervento e vi lascio a bagno... maria!