Una piccola folla ha invaso l'aula conferenze della locale scuola media e le due voci di luca crippa e stefano allovio - scrittore il primo, antropologo e professore universitario il secondo - hanno parlato al pubblico di un'africa di cui non si parla mai.
Noi europei guardiamo a quel continente con un misto di senso di colpa di ex (e mai del tutto ex) colonizzatori, di simpatia, di indulgenza, di pena, di rifiuto. La storia raccontata nel libro è ispirata a un caso vero e illustra la realtà di migliaia di bambini respinti dalla propria famiglia perché accusati di essere stregoni. Sono atteggiamenti che provocano il nostro stupore e innescano una faticosa ricerca di spiegazione.
Ma quella gente chiede anzitutto di essere ascoltata, e non giudicata. E' lo stesso per ciascuno di noi, per le nostre contraddizioni più profonde. Così chi ha partecipato alla presentazione ha colto una buona occasione per ascoltare e si è fatto prendere da un pizzico di "mal d'Africa": il fascino per la diversità più sconcertante, la vertigine di abissi non immediatamente misurabili, il dovere di avvicinarsi con semplicità agli africani mostrando sinceramente noi stessi come loro mostrano quanto possono e vogliono di sé. Affidando al tempo, all'amore, la risposta a tante domande.
Era anche la serata in cui sono state ricordate molte figure di missionari impegnati per il bene dei più poveri del Congo, a cominciare dai bambini: una presenza costante, discreta. Una porta aperta, anche per gli africani, sul mistero di un'accoglienza incondizionata e gratuita che piano piano cambia il mondo.
Nessun commento:
Posta un commento