ordino il caffè e il barista si dà subito da fare. penso alla giornata: non sarà facile convincere l'editore per cui stiamo lavorando in questo periodo a cambiare idea su alcune modifiche a un nuovo manuale per insegnare storia alle medie.
un tizio accanto a me mi distrae dai miei piani.
"il nobel per la pace! avevano bisogno di fare notizia e danno il nobel a uno che dice di non aver ancora fatto niente per averlo!".
il barista sorride alla battuta. è d'accordo con chiunque per dovere d'ufficio.
ma io una cosa bella fatta da Obama me la ricordo spesso, in queste settimane. e allora parlo.
"una cosa buona l'ha fatta..."
"cioè?".
"ha parlato al cairo, un paio di mesi fa, agli islamici. ha detto esplicitamente che non c'è pace se non si difendono la libertà religiosa e i diritti delle donne".
una faccia perplessa mi guarda bene per capire se sto cercando di fare propaganda. sorrido. non sono un fan di nessuno, per partito preso. ma andare in casa degli islamici e dire che dobbiamo essere liberi di praticare la nostra religione ovunque e che le donne sono esseri umani come gli uomini non è così scontato.
"non sono cose facili da dire ai musulmani in casa loro", insisto.
"parole!", sentenzia l'amico. chissà che idea ha, lui, dell'agire di un politico sulla scena internazionale: che fa? se non lo ascoltano spara? allora sì addio al nobel per la pace!
esco dal bar. mi interrogo. si può, si deve fare un mondo migliore proprio cominciando con le giuste parole dette con semplicità?
e il premio nobel a Obama merita di essere smentito al bar?
chi si ricorda qualche altra cosa buona fatta da lui, e prima di tutto detta, che gli merita un premio?
e per quale parola davvero coraggiosa e innovativa un italiano premierebbe oggi uno (qualsiasi) dei suoi politici?
mercoledì 14 ottobre 2009
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