estate del 1987. mi trovavo a tarcento, in friuli. la cittadina era fresca di ricostruzione post-terremoto. sembrava, in certe vie del centro, una località austriaca: case nuovissime (ahimè), fiori sui balconi. appena intorno, comunque, ricordo i lunghi stradoni pieni di capannoni industriali e centri commerciali, da lì fino a udine e ritorno, così come oggi in tante aree d'italia.
in città si teneva, da anni, un festival delle danze popolari. non so se si faccia ancora, era un'iniziativa molto bella.
una domenica, proprio in quel periodo, vado a messa nella parrocchia centrale. la solita liturgia così così, con un coro così così, una predica così così e intorno a me le facce serie di chi sta rispettando il precetto e l'impazienza dei bambini.
nelle prime file notavo vesti colorate e curiosi copricapi femminili.
quasi alla fine della cerimonia tutto si spiega: una parte dei ballerini giunti dall'argentina, dal messico, dall'africa, avevano voluto partecipare alla messa in costume tradizionale. il parroco spiegò la cosa, ricordò l'iniziativa in corso in città e disse qualcosa sull'amicizia tra i popoli.
poi il miracolo.
il prete disse anche che come omaggio ai presenti e a dio una coppia di ballerini avrebbe eseguito, in segno di ringraziamento e prima della benedizione finale, una danza intorno all'altare ormai spoglio. ci sedemmo. forse qualcuno sbirciò l'orologio: era l'ora degli aperitivi e del solito pranzo domenicale in famiglia.
ma i due che si alzarono e avanzarono verso l'altare erano ballerini di tango.
una fisarmonica attaccò e l'uomo e la donna si avvinghiarono in una danza dolcissima e sensuale. ruotarono, si strinsero, si lasciarono, si inseguirono, si sfiorarono. occuparono così, proprio così, per un lungo momento che per me non è mai finito, il posto del sacerdote. celebrarono davanti ai nostri sguardi stupiti, nel nostro orecchio incantato, nell'emozione che ti entrava nella pancia, qualcosa di eterno.
qualcosa di "sacro".
infine si inchinarono, fieri, bellissimi, mano nella mano, e ricevettero una tremolante benedizione.
mi emozionai tantissimo. io, credente da sempre, ebbi finalmente una rivelazione.
da quel pomeriggio cominciai a studiare la bibbia sul serio. e decisi che quel che vi era scritto doveva centrare con la magia di quella danza o dovevo abbandonarlo per sempre.
oggi, dopo 22 anni di quello studio, leggo la bibbia in pubblico cercando di convincere chi mi ascolta che la chiave ermeneutica per comprenderla è il tango.
qualcuno mi mandi una sua immagine del "sacro" e la leggeremo insieme.
giovedì 15 ottobre 2009
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