Ho atteso a lungo, prima di scrivere qualcosa a proposito. Volevo ascoltare, riflettere, capire, valutare. Di solito questi esercizi non sono molto favoriti dallo stile di comunicazione che è maggiormente in uso: le notizie vengono urlate, pochi casi vengono trattati come se fossero la punta di un iceberg e così si evoca un disastro imminente e così via. Di solito ascoltare e dedicare tempo a riflettere e a vedere quali sono le reali dimensioni e implicazioni di un fenomeno porta ad essere più equilibrati, meno aggressivi nel giudizio e così via.
In questo caso, però, la cosa, almeno con me, non ha funzionato. Più si va avanti e più mi arrabbio, più attendo e ascolto e meno capisco.
E non succede solo a me. Sono un credente molto impegnato e ho molti buoni amici sacerdoti. Con diversi di loro c'è un dialogo fraterno e anche un'attiva collaborazione. E allora, solo in questi ultimi giorni, chiacchiero con un sacerdote di Siena e lui si domanda cosa stiano combinando a Roma. Ceno con un parroco di Milano e quello scuote la testa sconsolato. Vado a trovare un sacerdote che vive in un centro di spiritualità che accoglie ogni giorno preti da tutta la Lombardia per pregare, confrontarsi, scambiare esperienze e questo sorride amaro e dice che chi sta in alto sembra proprio aver perso la testa.
Cosa sta succedendo? La scivolata più recente, la goccia che fa traboccare il vaso - in questo caso una cascata -, è stata l'uscita del cardinale Bertone: "Non c'è nesso tra celibato dei preti e pedofilia, piuttosto è dimostrato dagli esperti un nesso tra omosessualità e pedofilia".
Parlava comunque dei preti, ha precisato la sala stampa vaticana, credendo così di mettere a tacere lo scandalo di queste parole sconsiderate.
E i preti comuni, a contatto con la gente, con i credenti normali che restano scandalizzati per la cattiva testimonianza di chi fa del male usando del credito della sua funzione, di chi copre i colpevoli in nome del superiore interesse della Chiesa senza preoccuparsi delle vittime innocenti, di chi si sente parte di uno Stato parallelo che non deve rendere conto alla "giustizia degli uomini" (espressione odiosa: la giustizia è una sola, anche per la Bibbia!), di chi ribatte che "la Chiesa è ancora una volta perseguitata!"... i preti comuni si interrogano.
Ma come? Bertone non è il capo della diplomazia vaticana? L'uomo più onorato ed ascoltato nella Chiesa dopo il papa? Non dovrebbe essere uomo di competenza, di finezza, di profondo senso di rispetto umano?
E giù a rimpiangere il tempo, non troppo lontano, in cui Segretario di Stato era un uomo pacato e rispettoso e discreto di nome Casaroli (con Paolo VI), in tempi in cui la Chiesa soffriva davvero in mezzo mondo persecuzioni odiose, sistematiche e violente, in tempi in cui mezza Europa era stretta da regimi atei e illiberali, in tempi in cui si trattava con delicati equilibri per difendere la libertà religiosa negata insieme alle elementari libertà civili e ai diritti umani.
Allora sì la Chiesa era perseguitata: oggi bastano due titoli sui giornali e il cardinale Segretario di Stato perde la testa e dice sciocchezze, offendendo persone innocenti, insinuando il sospetto, rafforzando il pregiudizio e coprendo, coprendo, con una nube di fumo (immagine diabolica, se lo ricorda?) le colpe dei pochi che si sono macchiati di crimini odiosi.
Ma è tempo di chiedersi se si tratta solo di una questione di diplomazia, di rispetto, di buone maniere, che pure sono tutti atteggiamenti utili a far soffrire di meno gli altri per le proprie mancanze.
E' tempo di chiedersi se il cardinale Bertone e con lui la gran parte degli alti prelati della Chiesa cattolica leggono davvero il Vangelo di Gesù Cristo e se sanno ancora (se mai lo hanno saputo), farsi dare da quel Vangelo lo sguardo, il giudizio, la forma di vita e di mente che fa di un uomo, cardinale o semplice credente, un uomo nuovo.
Questa Chiesa non sta crollando per le persecuzioni dei giornali (nel passato ne ha viste di molto peggiori, ha visto quelle vere...), né per l'impreparazione all'uso dei mezzi di comunicazione di massa dei suoi vecchi capi.
Questa Chiesa crolla quando non sa più perché esiste.
E rinasce, se è questo il suo destino, quando se lo ricorda.
La gente, tutta, senza distinzioni, vive a suo modo la ricerca di senso, di bellezza, di giustizia e di verità. In questo movimento, vasto quanto l'umanità, c'è spazio anche per chi crede. Ma chi dice di credere (e non sa di cosa sta parlando) e della sua presunta fede fa uno strumento di potere, è nemico dell'umanità.
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